Sì, sono uno scrittore commerciale

Essere uno scrittore e camparci. In Italia pressoché impossibile.

Di recente ho chiacchierato con un autore Bompiani e quotidianamente leggo il blog di uno scrittore indipendente. Entrambi veri scrittori, non dilettanti. Professionisti. 

Da cosa si riconosce uno scrittore professionista

Dal punto di vista artistico: quando leggi le sue pagine dimentichi che stai leggendo. 

Dal punto di vista pratico: qualcuno paga il suo lavoro. Un committente, i lettori, un mecenate, i suoi sostenitori… Tutte le cose insieme.

Entrambi gli scrittori (Bompiani e autoprodotto) mi confermano che in Italia di scrittura autoriale non si vive. Ossia, se vuoi scrivere le tue storie, i profitti sono esigui, ragazzi, roba da “Febbre dell’oro.”

Siamo talmente abituati a questo stato di cose, che molti scrittori sono giunti a ritenersi superflui al sistema dell’editoria, così quando un editore si congratula con noi, cosa sempre apprezzabile, una vocina ci suggerisce di farcelo bastare, di ritenerci soddisfatti. 

Ma i complimenti non pagano le bollette. I complimenti non mettono la benzina nel serbatoio. I complimenti, al contrario delle nostre pagine, sono carta straccia.

Io scrivo per denaro. Scrivo perché ci posso ricavare qualcosa per vivere. Non è tanto, ma a me basta.

Personalmente, vedo me stesso come uno scrittore commerciale. Più un artigiano che un artista. Un operaio. Non un letterato ma un contadino o falegname.

scrittore commerciale- la fattoria dei libri

Con questo non sto svalutando il mio lavoro. Al contrario, nella temperie culturale di questa epoca e in un paese di non-lettori, considero la mia dichiarazione una sfida a chi vuole gli scrittori nel ruolo di hobbisti velleitari, disposti a tutto pur di vedere il proprio nome su una copertina. 

Incluso pagare di tasca propria. Incluso pubblicare gratis. Al diavolo.

Io sono uno scrittore commerciale, perché cerco di mantenere il mio lavoro entro le coordinate di un  sistema produttivo, oltre che artistico. Perché cerco i miei clienti e so capire le loro esigenze e consegno quello che vogliono nei tempi concordati e cercando ogni volta di oltrepassarne le aspettative.

Non sono qui solo per esprimere me stesso, per donare rivelazioni all’umanità. E non scrivo per i posteri.

Io scrivo per i bonifici

Ed è un’arte delicata. In Italia più che mai.

8 risposte a "Sì, sono uno scrittore commerciale"

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    1. Grazie! E speriamo di diffondere, se non altro per osmosi, un pizzico di deontologia professionale, almeno verso se stessi. A volte è dura, ma che alternativa c’è?

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  1. Mi sono permesso di rimandarlo su Facebook

    Io sono assolutamente d’accordo con te e come writing coach la prima cosa che cerco di far capire è che esistono gli scrittori commerciali e gli hobbisti.
    Se sei uno scrittore professionista allora sei uno scrittore commerciale altrimenti sei un hobbista (scelta lecita ovviamente ma è un’altra categoria)

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    1. Grazie di averlo condiviso. L’importante è sempre che si distingua fra professionisti e hobbisti. Due mondi completamente diversi, infatti.

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