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Dieci pesti per dieci racconti

E veniamo a Pandemonium. Neo-Decameron, con i suoi dieci autori per dieci pesti. O erano dieci pesti per dieci racconti?

A volte mi chiedono di sparare una recensione e mi mandano i loro libri. E’ bello, ma sanno cosa li aspetta? Le recensioni sono letture abominevoli, da scuole elementari, di nessun interesse, se non per gli autori che poi le seminano a spaglio sui social scodinzolando un po’ troppo, dopo averle lette (se li glorificano, altrimenti le ignorano). Lo faccio anch’io, la carne è debole. Ma c’è sempre di meglio da fare che leggere recensioni. E molto di meglio che scriverle. Però se ci metto un tocco di anima, capace che ne usciamo vivi. Ci proviamo?

Pandemonium. Neo-Decameron è una raccolta di racconti, e quindi parte svantaggiata. In Italia meno delle antologie di racconti vendono solo le raccolte di poesie, che agonizzano nella fossa comune. Inoltre è una raccolta di racconti fantastici barra horror barra fantasy. E quindi andiamo male, malissimo.

Il curatore e ideatore di Pandemonium. Neo-Decameron ha meno di trent’anni e saltella nel sottobosco letterario – soprattutto del fantastico – con l’ardimento di un pirata erudito. Lo sto seguendo da un po’ e mi piace il suo piglio deciso e scanzonato. Saccoccia scrive un uragano di articoli e cura edizioni qua e là. Credo che di anni ne abbia 27. C’è speranza.

Saccoccia ha quindi curato Pandemonium. Neo-Decameron per quelli di Ignoranza Eroica, nello specifico Jack Sensolini e Luca Mazza, due autori che alla cultura abbinano il culturismo e una attenta gestione del social marketing, in cui brillano. Ignoranza Eroica lotta per spiccare con pubblicazioni dai toni accesi, goliardici ed estremisti. Storie di antieroi e botte da orbi, in una Italia sordida che si rifà alla cinematografia made in Italy degli anni Settanta e dei primi Ottanta, sarcasmo pulp e qualche padre nobile nella letteratura per bene, a partire dal padre dei padri: Boccaccio.

Cominciamo col dire che nessuno scrittore è stato maltrattato durante la lavorazione di Pandemonium – Neo-Decameron, e nessun lettore lo sarà durante la lettura. Saccoccia e Lethal Books mettono in piedi una edizione curata e pensata con irriverenza e professionalità ben mixate. Vagando fra horror, fantasy e umorismo si ricerca un tono di voce boccaccesco innestato quasi sempre su un immaginario medievaleggiante e rinascimentale, fra narrativa, cinema e fumetto, quasi sempre pop. Atmosfere a basso budget e livello dei testi tendente all’alto, con un paio di acuti apicali.

Segnalo subito il dotto, mimetico e musicale pezzo di bravura Di corna e di altre cause perse di Laura Silvestri, che imbastisce una vicenda di stregoneria in quel di Prato, con un non morto che reclama la pena capitale per la moglie infedele e che si scontra con un primo vagito di femminismo. Boccaccesco nel linguaggio assonante, colto per rimandi e ritmo, appassionante nel tema e nella levità.

Spicca poi la voce di Paolo Di Orazio con Nun desiderare le robbe della napoletana. Sì, proprio lei, quella là. Di Orazio non scrive horror compiacente, non lo ha mai fatto e di sicuro non appartiene all’uno o all’altro movimento di recente fondazione. Secondo me, non scrive neanche solo horror. Scrive e basta, scava nell’inconscio facendo poesia in prosa, e questo ancora mi pare che nessuno lo abbia colto, insieme al suo taglio pasoliniano. Di Orazio turba davvero, anche questa volta, con una vicenda che coniuga abbandono materno, pestilenza e incubi d’incesto in una Roma avvolta dai fumi delle cremazioni. Una bella seduta di agopuntura. Negli occhi.

De Civitate Dei di Francesco Corigliano ipotizza una pestilenza degli edifici, che fa dei paesaggi urbani un quadro surrealista in un medioevo sardonico. Una scrittura che punta in alto, come spesso avviene in questa antologia, dove le parole si agugliano, al contrario dei temi, che si inabissano. Il racconto stupisce, e questo è sempre un bene, con un finale palingenetico (ed eccovi un altro parolone anche da parte mia, tiè).

De Vulgari Eloquentia di Riccardo Mardegan parla di bestemmie. Intesi? Di bestemmie. Che altro volete che vi dica? Si sorride a più riprese.

In Fino all’ultimo Cristo appeso, di Maurizio Ferrero si assiste a una via crucis particolarmente realistica, in cui si muore davvero. Ma sulla croce ci monta un demone e il figlio di Dante Alighieri è della partita. Qui il gusto per lo sfottò prende il sopravvento, insieme al piacere di infrangere i tabù. Che però sono immaginari, se parliamo di religione. E quindi il colpo va a segno più che altro nel reame dell’intrattenimento puro.

Lo stesso reame in cui si muove Mala Spina, che con Quasi Cavaliere, intreccia una vicenda fantasy con accenni da horror-comedy. Volutamente light, con spettri, bubboni e untori cattivissimi.

Antonio Lanzetta propone Sotto un silenzio di Cenere e “fa un po’ come cazzo gli pare”, trascurando di dare un’ambientazione storica al suo pezzo, ambientato nel futuro. A me sta bene. Bella l’idea che la pestilenza arrivi dalla lettura dei libri, e che questi siano proibiti per evitare il contagio. Chi legge si trasforma, diventa un’altra Cosa. E’ l’incubo di un bibliofilo. Ed è esattamente quello che succede.

Antinferno di Caleb Battiago (pseudonimo di quello lì… sapete di chi parlo… quello che vince premi letterari in America e che Italia evidentemente non ha santi in Paradiso, ma all’Inferno sì…) prende il lettore e lo schiaffeggia per bene, da par suo. Ha una sua idea di prosa, una poetica, un intento controculturale, Battiago. Prosa da leggere e rileggere, per capire e trovare nuove gemme oscure fra le piaghe di una narrazione esoterica.

Non andiamo a far altro se non a combatter di F.T. Hoffman si aggiudica il secondo premio nella categoria Miglior Pseudonimo dopo Caleb Battiago. Sarò matto io, ma mi ha fatto tanto pensare ai fumetti di avventura di Alberto Breccia, Alvar Mayor in particolare. Un cavaliere solitario, tantissima azione e una prosa cesellata fino a farne un merletto zuppo di sangue, in continuità con i dettami stilistici di Ignoranza Eroica.

I miracoli hanno strade curiose per pigliarti alle spalle di Domenico Mortellaro è un racconto memorabile. Nel senso che lascia una traccia mnemonica, e una emozione persistente. Il protagonista è un appestato che si risveglia zombi e fin troppo consapevole di sé, dei propri moti interiori. Un non-morto sensibile, strumentalizzato da una banda di untori e che non ha il coraggio di suicidarsi. Rimandi interni che si aggrovigliano e invitano a sbrogliarli. Vagamente ipnotico.

E questo è tutto. Dieci comandamenti, dieci autori, dieci storie, una prefazione e una postfazione (acuta la prima, spassosa la seconda). E da parte mia una precisazione. Gli autori di Pandemonium. Neo-Decameron hanno offerto le loro opere a titolo gratuito. Gratisse. Questo è sempre antipatico, ma Saccoccia, Sensolini e Mazza hanno giocato a carte scoperte e dunque nessuna opacità. Se questo genere di storie incontra il vostro gusto, vi invito a comprare Pandemonium. Neo-Decameron. Io spero che venda tantissimo e che gli autori possano vedere riconosciuto il loro lavoro con dividendi dignitosi. Perché, restando in tema di medioevo e rinascimento a basso budget, i cavalieri sono belli e buoni, ma io sto con i mercenari.

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